Itinerario nella val d’orcia

ITINERARIO DA MONTEPULCIANO ALLA VAL D’ORCIA (1 giorno)

La Val d’Orcia era attraversata dalla Via Francigena, una delle due più importanti vie di pellegrinaggio del Medioevo. Quest’area verde è oggi famosa per la produzione di vino di elevata qualità. 

Bagno Vignoni è un piccolo villaggio famoso per la sua piazza, quasi interamente occupata da una piscina termale dove Santa Caterina era solita fare il bagno. La piccola cappella accanto alla piscina è dedicata alla santa. Alle spalle della piazza, sul pendio che degrada verso il fiume Orcia, si trova il Parco dei Mulini. Nel parco aperto recentemente potete ammirare i mulini alimentati dalle acque termali. È il luogo ideale per una passeggiata nella natura alla scoperta di antiche tradizioni.

Lasciato Bagno Vignoni, tornate sulla strada principale e proseguite per S. Quirico d'Orcia. Nel piccolo borgo potete visitare, oltre alla Collegiata, gli Horti Leonini, un esempio eccezionale di giardini all’italiana. 

Montalcino è visibile già da lontano. Fu l’ultima roccaforte della Repubblica di Siena, in cui il governo si rifugiò quando la città fu conquistata dai fiorentini nel 1555. Dovuto alla fedeltà della cittadina alla Repubblica, un gruppo di comparse di Montalcino (un tamburino, un portabandiera e quattro arcieri) sfila come gruppo separato prima del Palio. La Fortezza è il primo monumento che notate arrivando a Montalcino. La visita del cortile interno e del giardino è gratuita. Per visitare lo spalto e le torri e godere della vista sulla Val d’Orcia, è necessario pagare un biglietto d’ingresso presso l’enoteca. Nel portico del vicino Palazzo dei Priori si trova la statua di Cosimo I de’ Medici.

Il famoso Brunello DOCG viene prodotto sulle colline circostanti Montalcino. Da Montalcino potete proseguire verso Castelnuovo dell’Abate per visitare l’abbazia di S. Antimo. La tradizione vuole che sia stata fondata da Carlo Magno nell’871, anche se i documenti parlano di suo figlio, Ludovico il Pio. È un superbo esempio di costruzione romanica. Nel suo austero interno spiccano un capitello raffigurante Daniele nella fossa dei leoni del Maestro di Cabestany, la Madonna di S. Antimo di scuola umbra e il crocifisso del XIII secolo. Una curiosità: dopo il suo declino, l'abbazia è stata utilizzata come stalla.